Lavarsi denti dopo ogni pasto, tagliare le unghie a cadenza regolare, lavarsi spesso le mani…
Queste ed altre sono piccole abitudini che abbiamo appreso già da piccolissimi, e che sono ormai radicate nella nostra routine, senza bisogno di pensarci o chiedercene il motivo.
Ce n’è un’altra però, che andrebbe appresa ed automatizzata, soprattutto dalle generazioni non native digitali: effettuare una scansione periodica dei propri sistemi IT.
E’ davvero necessaria un’abitudine che mi fa perdere tempo?
Sappiamo cosa state pensando, ogni volta che viene lanciata una scansione con l’antivirus o con gli strumenti di diagnostica del PC vi ritrovate tutto rallentato, e per una quindicina di minuti non potete fare altro che sbuffare e fissare lo schermo in cagnesco.
Si tratta però di un “male necessario”, e che soprattutto deve essere schedulato (le linee guida dei maggiori produttori di antivirus parlano di almeno una volta a settimana): questi controlli ci fanno stare più tranquilli, e prevengono il verificarsi di errori che possono compromettere la stabilità e l'integrità del sistema e dei programmi.
Questo tipo di azioni possono essere automatizzate, o potremmo educarci a lanciarle manualmente, scegliendo magari momenti come la pausa pranzo, in cui possiamo lasciare acceso il PC e dargli tutto il tempo di eseguire la scansione.
Una sola, importante premessa: l’antivirus deve essere sempre aggiornato, per i motivi che abbiamo spiegato in questo articolo.
Ma perché è così fondamentale? Cosa potrebbe mai succedere?
Ci sono in realtà più scenari che potrebbero presentarsi, a cui potreste far fronte semplicemente adottando questa abitudine.
Quello più comune è che il vostro antivirus abbia individuato delle potenziali minacce, ed abbia messo i file in quarantena: in questo caso è utile verificare di cosa si tratta e fare una bella pulizia – anche se fossero virus latenti, o soltanto file in qualche maniera danneggiati o non sicuri, eliminarli dal vostro PC scongiurerà eventuali rischi e ne migliorerà le prestazioni.
Oppure potrebbe già essere presenti dei virus, malware come trojan, ransomware o worm. Ogni tipo di virus ha le sue caratteristiche e le sue modalità di attacco: alcuni restano nascosti all'interno dell'hard disk per diversi mesi, per poi palesarsi e bloccare l'utilizzo del computer. Non effettuando scansioni frequenti si rischia di infettare anche i dispositivi aziendali connessi alla nostra rete.
In ultimo, situazione più rara ma non impossibile, potreste esservi imbattuti in una minaccia a livello zero-day (ovvero, un virus che sfrutta vulnerabilità non ancora note ai produttori di software, e di conseguenza a quelli di antivirus): se si tratta di un nuovo tipo di malware mai incontrato prima, non esiste ancora alcuno schema di rilevamento e il file rimane nel sistema.
Se il malware non è attivo, ossia non è mai stato eseguito, rimane nel sistema, perché la protezione in tempo reale reagisce solo all’esecuzione del file, ad esempio quando il file viene spostato in un’altra cartella o copiato. La scansione del sistema, invece, lo individua ugualmente perché analizza direttamente ciascun file, e segnalandolo consente ai programmatori di porvi rimedio.
Questione di buonsenso.
Allo stesso modo in cui non era necessaria l’emergenza coronavirus per comprendere l’importanza del lavarsi spesso le mani, non è necessario che i vostri device siano irrimediabilmente infettati per capire che è meglio tenerli controllati e prevenire eventuali contagi.
Non importa quanto grande o piccola sia la tua azienda – sarai preso di mira non per la tua attività, ma perché esiste una vulnerabilità che può essere sfruttata.
Sacrificare una ventina di minuti a settimana per mantenere “in salute” i propri dispositivi è certamente una dimostrazione di lungimiranza e buonsenso, una piccola e sana abitudine che dovremmo imparare a fare rientrare nella nostra routine.