5 consigli per riconoscere bufale e fake news.
Nel periodo COVID-19 si è tornato a parlare con insistenza e preoccupazione del fenomeno fake news - non che fosse una novità, ma si sa che la paura ne aumenta la diffusione, ed il fatto che internet sia oggi alla portata di tutti ne ha reso sicuramente più facili le modalità di circolazione.
Le fake news (letteralmente “notizie false”) sono quelle che gergalmente vengono chiamate “bufale”, ovvero una forma di disinformazione che può ingannare il pubblico, presentando deliberatamente per reale qualcosa di falso o artefatto.
Vengono diffuse per i motivi più disparati, dal far guadagnare (e, di conseguenza, monetizzare) click a chi le pubblica, ad uno scherzo che viene frainteso e preso per vero, all’influenzare l’opinione pubblica – soprattutto in ambito politico ed economico, fino alla semplice fama di visibilità (come diceva Oscar Wilde, “nel bene o nel male, purché se ne parli”).
La libera circolazione di queste bufale rappresenta un danno multiplo, per tutti. Perché non soltanto tali pseudonotizie sono prive di fondamento ma, mimetizzandosi tra le altre, finiscono anche per intaccare la credibilità dell’informazione autorevole e verificata: soprattutto ai tempi della pandemia, credere ad una notizia falsa – e regolarsi di conseguenza – può avere effetti disastrosi per sé e per l’intera comunità (tanto che già ad inizio febbraio l’OMS aveva lanciato l’allarme infodemia).
Come riconoscere le fake news?
Ora abbiamo capito cosa sono e perché è importante non essere tratti in inganno.
Ma è anche vero che, nel marasma di siti, pagine e blog su internet, a volte può essere difficile discernere notizie attendibili da bufale architettate ad hoc.
Vogliamo quindi proporvi alcuni consigli per imparare a riconoscere i tentativi di disinformazione, ed esercitare il vostro senso critico.
- Diffidare dai titoli sensazionalistici.
L’autore vuole scatenare una reazione istintiva, facendo leva sull’emotività: punterà su notizie che stimolano timori, generano indignazione o che, al contrario, sembrano troppo belle per essere vere.
Questo perché la reazione auspicata è la diffusione, e suscitando questo genere di emozioni ci renderà istintivamente portati a condividerla.
Perciò se vi ritrovate davanti a titoli come “Non crederai mai cosa a cosa ho scoperto”, “Questo è quello che i giornali non vogliono dirci”, scritti interamente in maiuscolo o pieni di punti esclamativi, quasi certamente si tratta di fake news.
- Attenzione al contenuto.
Le prime cose che vi balzeranno all’occhio saranno foto shock e dichiarazioni azzardate, anche se non prive di una certa verosimiglianza.
Il contenuto, però, sarà privo di sostanza: discrepanze temporali, lacune nell’esposizione, errori di battitura…
Salvo quando si rivolge ad un target con particolari competenze, normalmente un articolo vuole essere compreso da tutti, quindi salti logici e passaggi “fumosi” non spiegati in termini comprensibili sono un altro campanello d’allarme - le notizie false e fuorvianti sono molte volte confuse e contraddittorie: se qualcosa non torna, è probabilmente frutto di fantasia.
Anche le fonti cui attinge l’autore, se si tratta veramente di un giornalista, devono essere verificabili: se non sono riconducibili a nulla di specifico, o addirittura assenti, se ne annulla automaticamente l’attendibilità.
Infine, tutte le fake news presentano invariabilmente la chiamata all’azione (“condividi”, “fai girare”).
- Controllare le fonti.
Anche se sembra un consiglio scontato, capita spesso invece che queste fake news siano condivise “di pancia”, senza ulteriori verifiche (soprattutto sui social). È invece importante capire chi ha scritto l’articolo per valutarne l’attendibilità.
Già dall’URL possiamo farcene un’idea - ad esempio, potrebbe essere simile al dominio di una testata conclamata, ma con delle piccole modifiche (it anziché repubblica.it): se notate qualcosa di simile, state pur certi che è stato creato per ingannare il lettore.
Anche il layout del sito è un’ottima cartina di tornasole: se la grafica è spartana, o dà l’impressione di essere improvvisata e non molto curata, non si tratta certamente di un sito professionale!
In ultimo, nella sezione “About us” troverete dati utili per capire di che redazione si tratta (o se si tratta effettivamente di una redazione): dovrebbero esserci dati come il numero di iscrizione all’Albo, o quantomeno una descrizione di che tipo di testata è e di cosa si occupa.
- Effettuare controlli incrociati.
Quando la notizia è effettivamente sensazionale, sicuramente verrà ripresa da altre testate con una maggiore diffusione. Se, invece, l’articolo che state leggendo sembra essere l’unico presente con quel contenuto, si tratta sicuramente di fake news.
Un’altra verifica che può essere agilmente fatta su Google, è controllare i siti debunking (ovvero, siti appositamente creati per smascherare bufale, come bufale.net, butac.it o pagellapolitica.it): se l’articolo o il portale da cui proviene sono segnalati, avrete fugato ogni dubbio!
- Occhio alle date.
Un altro fattore importante per valutare la notizia è la data di pubblicazione: molte fake news vengono infatti costruite per durare nel tempo, e se la data è molto antecedente (o peggio, assente), l’articolo non può essere considerato coerente.
La questione si fa invece più complessa (e pericolosa) nel momento in cui notizie provenienti da fonti affidabili vengono estrapolate dal contesto originario, ma anche in questo caso valutare la datazione delle fonti citate dovrebbe rendere chiaro che si tratta di una mistificazione.
Cosa fare una volta identificate le fake news?
Avendo tutti i mezzi per riconoscere una bufala, cosa fare quando ce la si trova effettivamente davanti?
L’unica cosa che non va fatta è condividerla a vostra volta.
Qualora sia stata ricevuta da un conoscente sui social o via WhatsApp, sarebbe buona norma farglielo notare: nella stragrande maggioranza dei casi viene inoltrata in buona fede, ed avvisandolo potrete sia salvaguardarlo (soprattutto in caso suggerisca soluzioni che potrebbero arrecare danno alla salute), che evitarne ulteriore diffusione.
In ogni caso è bene segnalare la notizia anche all’eventuale social network su cui è presente, in modo che lo staff possa prendere provvedimenti appropriati.
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